venerdì 26 febbraio 2016

Volevamo essere uguali?

è diventata un po' complicata.
nel senso che anche io non so bene cosa pensare, se incazzarmi, festeggiare, festeggiare incazzato, prendermela con quella fazione politica o con l'altra o far finta di niente.
in una settimana abbiamo avuto tutti gli ingredienti di un piccolo film di fantapolitica.
giochi di corridoio, protagonisti telegenici, dichiarazioni in aula accorate e urlate, oscuri discorsi da equilibristi, scandalosi SMS rivelati a metà proiezione e colpi di scena sul finale.
e alla fine è un po' difficile uscire dalla sala cinematografica e dire se c'è piaciuto.
ancora di più riprendere contatto con la realtà e realizzare che si è fatto un teatrino sulla vita delle persone, e che tutto questo ci riguarderà per un sacco di anni.

cerco di tirare le somme e parto da una cosa che forse è un po' alla base della questione per quanto mi riguarda: il matrimonio in Italia andrebbe rinnovato.
perché è patriarcale, sessista, filocattolico e monogamo.
ma la questione è di principio: i diritti uguali per tutti, poi ne parliamo tutti insieme di come renderli migliori.
quindi sì, volevo il matrimonio. e non me l'hanno dato. non mi hanno voluto caricare su questa carretta anni '50 piena di testosterone, incensieri e ruoli.

e allora cosa mi trovo in mano?
senza stare a pensare al nome che gli hanno dato, che diritti mi dà?

il comma 20 della legge fa un riassunto facile: dice che al fine di tutelare diritti e doveri, “le disposizioni che si riferiscono al matrimonio” in tutte le altre leggi, e quelle che contengono le parole “coniuge” e “coniugi”, si intendono applicate alle persone che si uniscono civilmente.
quindi, a parte le eccezioni, ogni legge che si applica ai coniugi, si applica anche a chi si unisce civilmente.
dove sono le differenze? perché è sempre sulle differenze che ci si incazza.

- non c'è alcun riferimento o processo facilitato per l'adozione del figlio del partner
quindi se mi unisco civilmente a qualcuno che ha già un figlio, non c'è nessuna procedura agevolata affinché io possa adottarlo a mia volta. orribile e discriminante. da un punto di vista pratico, comunque, i tribunali minorili già concedono l'adozione del figlio del partner senza fare troppi casini. il governo dovrebbe essere il motore di crescita e adeguamento delle leggi di un paese, noi facciamo al contrario. le famiglie arcobaleno esistono già e esisteranno ancora, così i loro figli. non siamo stati in grado di tutelare quei bambini e ce la faranno pagare perché saranno loro a diventare grandi e noi a essere vecchi. e avranno tutte le ragioni del mondo.

- l'obbligo di usare il cognome del marito
orribile retaggio patriarcale in cui la donna viene passata da maschio a maschio.
e poi diciamocelo, questa faceva casino comunque. nel caso di due uomini quale si sarebbe usato? quello di chi ha più barba? o quello del più alto? o con i piedi più grandi?
e nel caso di due donne... boh... quello del suocero con più peli nel naso forse.
insomma questo obbligo di usare il cognome del marito già fa schifo per i matrimoni, che ce lo siamo tolti dalle scatole nelle unioni civili mi sta molto bene.

- l'obbligo di fedeltà
eccoci di nuovo con le questioni sessiste. questo obbligo di fedeltà è legato a doppio filo a una roba che non si usa più e che è il delitto d'onore. m'hai tradito? te sparo e la legge mi protegge. valeva soprattutto per gli uomini che potevano fare fuori la moglie fedifraga, ma in qualche caso è valso anche per le donne. comunque una roba che non dovrebbe essere scritta da nessuna parte e sono molto contento di non doverla leggere ancora.
la fedeltà di una coppia è la fedeltà ai principi che si sono dati. non a un principio aprioristico che qualcun altro ha scelto per noi.

- la possibilità di sciogliere l'unione se questa non si è consumata
e vabbè di cosa stiamo parlando? consumata vuol dire sesso e vuol dire prole. forse anche in questo caso possiamo lasciar stare e chiederci come mai il matrimonio ancora dica 'ste boiate.

le altre due sono robe che una non gliene frega niente a nessuno: la pubblicazione del matrimonio; l'altra non la vorrebbe nessuno: sei mesi/un anno di separazione prima di poter divorziare, si passa a tre mesi.

e poi l'ultima che non si fila nessuno: l'obbligo di essere di due persone dello stesso sesso.
il che vuol dire che gli eterosessuali sono discriminati e non possono accedervi.

bene. ho fatto il riassunto. e ho anche capito come mi sento.
le unioni civili così come sono mi piacciono, seppur con la gravissima mancanza dell'adozione del figlio del partner che lede i diritti del bambino.
per il resto mi sembrano molto più evolute del matrimonio e il fatto che non vengano concesse agli eterosessuali mi fa incazzare quasi quanto il resto perché ci vedo la chiara volontà di obbligarli a fare numero per essere sicuri che il matrimonio così com'è, vecchio baraccone del passato, non si svuoti di significato e si passi a un paese delle unioni civili.

quindi sono contento perché sento di aver finalmente dei diritti in più, sono molto scontento perché sono arrivati con una dose di discriminazione e dibattito politico omofobo da far paura.

e torno all'inizio del discorso. il matrimonio non mi piace e non mi interessa, ma deve essere un diritto di tutti o rimarrà solo uno schifoso privilegio per pochi.
quindi da domani si torna in piazza a urlare "matrimonio ugualitario".
e nella piazza accanto, insieme a tutti gli eterosessuali che da oggi conoscono la parola discriminazione per orientamento sessuale, a urlare "unione civile ugualitaria".

V.

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grazie a questo articolo de il Post che mi ha molto aiutato a ragionare su questi temi e dal quale ho preso le righe sul comma 20 http://www.ilpost.it/2016/02/25/cosa-prevede-adesso-legge-cirinna/