venerdì 23 gennaio 2015

Preludi a Guerra in Purgatorio: Morgan

sì, sono bastate due settimane e ho perso il ritmo. il racconto dovevo postarlo ieri. ma ieri sono stato incasinato a litigare con una commessa cretina di una libreria dove ero andato a scrivere. una megera di proporzioni bibliche. 
forse la metto come cattiva nel prossimo libro.
ma tipo che il mondo finisce se nessuno andrà a fermarla nel reparto Arte dove si annida.
bene. ora che è chiaro che la colpa è la sua e solo la sua, ecco il racconto del giovedì.  


Morgan


«Quindi, sarai così gentile da nasconderlo per me?». La Strega mi osserva con aria di sufficienza. Starà ripensando ai soldi che le ho offerto. Ah! Qual disfatta, portare a casa un “sì” per denaro e non per virtù.  
«Un pugnale Infernale a New York. Merce di contrabbando che scotta».
Alla scuola di vodoo doveva avere l’insegnate di sostegno. «Carissima, è per questo suo scottare che sono venuto da te, la migliore sulla piazza, colei che è in grado di nascondere un ago in un pagliaio, colei che potrebbe far sparire persino una goccia d’acqua nel cielo! Colei che, con un lauto compenso, mi faciliterà la vita nella grande mela». Forse ho esagerato con le cazzate.
«Mi lusinghi. Non vorrai mica fare qualcosa di male con quel pugnale? Non che abbia pregiudizi perché sei un Infernale, intendiamoci».
Ho sbagliato a contattare questa demente, altro che esagerazione di cazzate. «Mai sia! Sono un diavolo gentiluomo», le bacio la mano. A questo punto le provo tutte. A trovare un altro incantatore ci metterei troppo tempo e Ryan è deciso a partire. Cerchiamo di capire se è in grado di aiutarmi e facciamola finita. «Mi è stato detto che lei è tra l’altro a capo di una potente congrega», se non è così ti scarico senza nemmeno salutarti brutta arpia. E il pugnale rimarrà a Phoenix.
«Lei ha molte informazioni… di riguardo».
Di riguardo? Di riguardo? E sorridi pure. Che scocciatura quando cercano di parlare forbito. Comunque se non potranno i soldi, potrà virtù. Colà, dove il vile denaro non può arrivare, arriva altro. «Ma lei è davvero una dama d’altri tempi. Quindi, questa congrega?», cerchiamo di arrivare a un punto o le sbatto la testa contro il muro.
«Si chiama la Congrega della Notte Notturna».
«Ma non mi dica! Che nome originale, eppure evocativo. Un’annominazione, nevvero?».
«Eh?».
Ho esagerato. Le figure retoriche non le studiavano nei corsi di recupero serali da megera. «Nulla, nulla. E mi dica. È quindi in grado la sua congrega di nascondere agli incantatori degli Eterni la mia cara lama Infernale?»
«Possiamo tentare».
«Ecco, con il mio amico supererò i confini degli stati neutrali domani e in una settimana vorremmo essere a New York. Non penso avremo tempo per un tentativo».
«Non posso darti nulla per certo. Gli incantesimi degli Eterni sono molto potenti. E non sapremo se le nostre dissimulazioni hanno funzionato fino a che non avrai passato il confine.»
«Allora ho una proposta». La guardo intensamente e mi avvicino un po’ a lei. «Sei mai stata a New York?».
«No».
Evviva l’ignoranza e la provincialità, «che ne diresti di lasciare la tua bella Phoenix e di visitare la big city con me? Sarò il tuo Virgilio, il tuo Cicerone», vacci piano che non ti capisce, «sarò il tuo… guida!», mi sorride. Ecco ora ha capito di che parlo. Che fatica.
«Non saprei, la mia congrega…»
«Siete una congrega di meravigliose e potenti Streghe. Potrei farvi venire, tutte». Fatti forza ragazzo mio, avrai un sacco di lavoro da fare, «e con l’occasione potete portare con voi il mio pugnale».
«Ma potremmo essere attaccate dagli Eterni se i nostri incantesimi falliscono».
«Vero, ma gli Eterni non hanno molto potere sugli Umani. Voi dovrete solo dire che il pugnale è un oggetto che avete comprato al mercato nero e che non siete a conoscenza della sua storia. Immagina il brivido del contrabbando, l’adrenalina dell’insondabile futuro, il fiato sospeso dall’apprensione».
«Questa cosa è molto più pericolosa di quello di cui avevamo parlato al telefono».
«Lo so. Ma non mi aspettavo di trovare una Strega di tanto potere quanto fascino. La tua vista mi fa pensare a mille altre possibilità. E non parlo solo di magia e armi Infernali».
«Ah no? E cosa avevi in mente?».
Mi sfilo la maglietta, fisso i miei occhi nei suoi. O la va o la spacca.
«Ma cosa? La tua testa».

«Sono corna. Venti centimetri l’una. E non sono la mia parte più lunga». Finisco di farle crescere fino alla loro massima estensione. Amo le mie corna. Ora tocca mettere in mostra il resto. E il mio pugnale arriverà a destinazione. Oh sì che arriverà a destinazione. Ryan mio quanto si allunga la tua lista di debiti. Guarda con che erinni mi tocca andare a letto.

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